I fontanili

Ultima modifica 5 luglio 2018

Il fontanile è il punto in cui l’acqua delle falde affiora alla superficie, formando una polla limpida e pulita che si mantiene ad una temperatura costante (10/15°C) in ogni stagione dell’anno. Il meccanismo geologico che sta all’origine dei fontanili è il seguente: le acque che scendono dalle montagne e le acque piovane penetrano nel sottosuolo attraverso il terreno permeabile e filtrante della zona submontana e dell’alta pianura. Nella bassa pianura si sono invece accumulati, nelle ere geologiche, terreni argillosi ed impermeabili che, impedendo il deflusso delle acque sotterranee, ne provocano l’affioramento. Anticamente la pianura padana era costellata di vaste zone paludose, originate, appunto, da questo fenomeno delle risorgive. L’uomo trovò poi il modo di incanalare queste acque, bonificando il terreno ed utilizzandole per la sua vita e per le attività produttive.

Nacque così la fortuna economica della Pianura Padana, che poteva disporre in ogni momento, estate ed inverno, dell’acqua buona e dolce proveniente dal cuore della terra. I contadini non temevano la siccità, perché raramente i fontanili si prosciugavano; e gli allevatori potevano ottenere, grazie alle marcite, foraggio fresco anche in pieno inverno, irrigando i campi con le tiepide acque dei fontanili. La testa del fontanile, cioè la polla (generalmente di forma subcircolare) che si forma nel punto in cui sgorga l’acqua rappresenta un ambiente bilogicamente molto ricco.

La vegetazione è lussureggiante e comprende diverse varietà di piante caratteristiche di questo particolare ambiente: soprattutto piante acquatiche, come la lenticchia, il ranuncolo, la veronica, la menta d’acqua. La fauna presenta insetti come libellule e coleotteri, sanguisughe, invertebrati e molluschi. E poi anfibi come rane, raganelle, rospi; pesci come carpe, tinche, ghiozzi e anguille. Molte varietà di uccelli popolano le rive ricche di vegetazione.

Una volta il fontanile era fonte di vita per gli uomini che abitavano queste campagne e quindi era oggetto di attenta manutenzione. Due volte l’anno si provvedeva a ripulirlo dalla vegetazione che, crescendo troppo rigogliosa, rischiava di occludere la sorgente.

Oggi i fontanili sono stati abbandonati, perché non hanno più una funzione così fondamentale nell’economia umana. Centinaia di pozzi prelevano l’acqua direttamente dalla falda, impoverendola; i concimi chimici hanno reso obsoleta l’antica tecnica delle marcite e, insieme ai pesticidi, agli scarichi industriali, alle discariche abusive, stanno avvelenando questi incredibili ambienti umidi che da sempre hanno caratterizzato la nostra pianura. Dei circa 800 fontanili che esistevano in Lombardia nel ‘700, ne restano oggi attivi non più di 20 o 30. Il territorio di Peschiera Borromeo è ricco di fontanili: ce ne sono ben 12 che hanno avuto solo brevi periodi di inattività nel corso dell’anno. La siccità ha però operato gravi guasti e, in mancanza di interventi idraulici adatti a fronteggiare una situazione così critica, anche le teste di fontanili considerate sempre attive si sono prosciugate.

Anche se ci vorranno anni per ricreare il magico ambiente della risorgiva, la tutela dei fontanili è un impegno ecologico culturale importante, perché con essi scomparirebbe un museo naturale che è anche testimonianza vivente della pianura lombarda e degli uomini che l’hanno abitata.
 


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