Il Castello di Peschiera

Ultima modifica 17 luglio 2018

E' così dal 1432, da quando Vitaliano Borromeo, acquistata dai Frati Neri dell'Ordine Agostiniano la cascina preesistente, la modificò e fortificò con torri, baluardi, fossato tutto intorno e ponti levatoi, facendone un vero maniero, all'occorrenza adatto alla guerra. Sfidando i secoli, è giunto a noi quasi intatto.
Fu abitato fra l'altro da San Carlo e Federigo Borromeo, cardinali e arcivescovi di Milano. Il fratello di quest'ultimo, Renato Borromeo, con la moglie Ersilia Farnese, a fine Cinquecento ne fecero una leggiadra residenza, impreziosita da splendidi affreschi tuttora visibili, eseguiti forse da un pittore cremonese.

 

All'esterno, in origine c'era il rosso mattone a vista, successivamente il castello venne intonacato su tre lati, da cima a fondo. A restituire alla facciata il colore e il fascino originari, fu nel 1937 Gian Carlo Borromeo, padre dell'attuale castellano Conte Gian Vico.
Il lato rimasto sempre rustico è quello di levante, che scende "a scarpa" direttamente nell'acqua del peschierino. Qui in antico esisteva un'altra entrata, con ponticella coperta, piuttosto simile a quella detta "di Ludovico il Moro" al Castello Sforzesco di Milano.
Negli ultimi anni la nobile dimora borromaica è stata aperta al pubblico in più occasioni, per varie manifestazioni culturali: concerti di musica classica, mostre a tema storico e d'arte, di pittura e fotografia.

 

Il monumento-simbolo di Peschiera, in una delle sue più antiche raffigurazioni, con i muri della facciata intonacati. Dopo i lavori di scrostamento del 1937, emersero fra l'altro tracce di finestre a sesto acuto e motivi araldici come l'Humylitas
edizione A. Cadei di Milano, anni Venti-Trenta)

Sulle cartoline di Peschiera, come quella sottostante (édita dal Conte Gian Vico Borromeo negli anni Ottanta), la storica costruzione fa naturalmente la parte del leone, essendo il complesso monumentale più importante del Comune: il nostro "più bel fiore all'occhiello", da esibire con fierezza.

 

 

 

Negli anni Settanta, parzialmente rivestito di edera
(edizione Foto Piazza)

 

 

 

 

 

 

Il castello come appariva nel 1940. Dalla torre sporgono le travi che in origine reggevano il ponte levatoio
(edizione G. Germani, Regia Privativa)

 

 

 

 

 

 

Durante gli anni Settanta (edizione Cartoleria Orologeria Carlo Mazzola).

Anche sul lato occidentale c'era, e c'è tuttora, un ponticello sollevabile, attraverso il quale si accede a un vasto giardino

 


Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot